Il virus del vaiolo delle scimmie è sempre più temuto. Un esperto del settore ha deciso di chiarire alcuni aspetti.
Nelle ultime settimane, non si è fatto altro che parlare del vaiolo delle scimmie. Il 14 Agosto 2024, l’OMS ha proclamato lo stato di emergenza sanitaria internazionale. L’accaduto, ovviamente, ha generato grande allarmismo. La principale paura è che si possa assistere a un’epidemia simile a quella legata al Covid-19.
La nuova variante del virus è stata definita più contagiosa rispetto alla precedente. Inoltre, è stato individuato il primo caso anche in Europa. Esso è stato registrato in Svezia. Viste le numerose domande, il professor Giovanni Rezza ha deciso di rilasciare un’intervista per il Giornale. Con le sue parole, ha provato a fornire un quadro completo della situazione.
Scatta il panico per il vaiolo delle scimmie: l’esperto risponde alle domande
Il vaiolo delle scimmie sta terrorizzando i cittadini. Sono tantissime le persone a essere preoccupate per una sua eventuale diffusione. L’OMS non si è tirato indietro, ma ha dichiarato lo stato di emergenza internazionale. Stando a quanto dichiarato, l’obiettivo principale è quello di limitare i contagi e di tenere sotto controllo la situazione. Purtroppo, è facile paragonare l’attuale situazione alla crisi pandemica del 2020.
Il professore Giovanni Rezza, nei panni di docente di Igiene e Sanità Pubblica all’Università Salute e Vita del San Raffaele di Milano, ha deciso di affrontare l’argomento con schiettezza. Ritiene che, in una fase così delicata, sia importante non dare vita ad allarmismi ingiustificati. Il virus esiste e i casi sono in aumento, però, presenta delle caratteristiche completamente diverse rispetto a quelle del Covid-19: “Questo virus somiglia più all’Aids, resta comunque preponderante la trasmissione sessuale“.
La cura esiste già e le persone infette possono assumerla per curare la malattia. Inoltre, è presente anche un vaccino per prevenire il virus. Il docente ritiene che, oltre al paziente svedese, ci saranno altri casi in Europa. Nonostante ciò, le sue parole sono state rassicuranti: “Non è detto che diano lunga catena di trasmissione“. Il problema si porrà solo in presenza di veri e propri focolai. Fino a quel momento, non ci sarà bisogno di farsi prendere dal panico.
Il vaiolo delle scimmie ha subito una mutazione. Adesso, sta circolando un ceppo che prende il nome di Clade 1. Molti paesi africani non sono attrezzati per gestirli nel modo corretto. I sintomi sono più forti. Possono comparire pustole, febbre alta, dolori muscolari, linfonodi gonfi e debolezza. Alcuni pazienti, inoltre, in assenza di un approccio adeguato, rischiano di andare incontro a gravi complicazioni.