Questa volta qualcosa di vero c’è, vediamo quali sono le precisazioni da effettuare. Intanto leggiamo il testo del mesaggio.
In realtà, questo post deriva da un messaggio simile in lingua inglese. Anche se le parole scelte e gli esempi forniti sono completamente differenti, il senso dell’ammonimento rimane il medesimo. Non bisogna avere fretta nel tornare alla vita precedente. Al contrario il rischio di una seconda ondata di Covid-19 potrebbe essere ben peggiore di questa prima.
Cosa c’è di vero?
La maggior parte dei decessi durante la pandemia di influenza spagnola del 1918-19 avvenne durante la “seconda ondata”. Durante questa pandemia, si stima siano morte dai 50 ai 100 milioni di perone. A causa della prima guerra mondiale ne sono morte circa 20 milioni.
Ci furono tre ondate di malattia durante questa pandemia, che iniziò nella primavera del 1918 e si placò nell’estate del 1919. La più mortale di queste ondate fu la seconda ondata che raggiunse il picco nell’autunno del 1918.
Mentre la pandemia globale è durata due anni, la stragrande maggioranza delle morti è stata raccolta in tre mesi particolarmente crudeli nell’autunno del 1918. Gli storici ora credono che la gravità fatale della “seconda ondata” dell’influenza spagnola sia stata causata da un virus mutato diffuso dai movimenti delle truppe impegnate nella seconda guerra mondiale.
Non è colpa del mancato “distanziamento sociale”
Alla fine di agosto del 1918, navi militari lasciarono la città portuale inglese di Plymouth trasportando truppe inconsapevolmente infettate da questo nuovo, molto più mortale ceppo di influenza spagnola. Quando queste navi arrivarono in città come Brest in Francia, Boston negli Stati Uniti e Freetown nell’Africa occidentale, iniziò la seconda ondata della pandemia globale.
«Il rapido movimento dei soldati in tutto il mondo è stato uno dei principali fattori di diffusione della malattia», afferma James Harris, storico della Ohio State University che studia sia le malattie infettive che gli eventi della prima guerra mondiale. «La necessità di spostare un sacco di uomini e materiale, in condizioni di sovraffollamento è stato sicuramente un enorme fattore che ha contribuito al diffondersi della pandemia».
Ma i festeggiamenti hanno peggiorato la situazione
Ricordate che si è parlato di un post originale in lingua inglese dal quale è ispirato questo italiano? In quel post la colpa esclusiva della seconda ondata era attribuita ai festeggiamenti legati alla fine della prima guerra mondiale. Le parate in strada avrebbero avvicinato fisicamente le persone dando il via alla seconda ondata.
Mentre le parate militari e la mancanza di distanziamento sociale alla fine della guerra non causarono direttamente la seconda ondata della pandemia del 1918, aggravarono il problema. Proprio come oggi, anche allora scuole, aziende e altri spazi pubblici erano chiusi durante la pandemia del 1918. Queste misure hanno avuto in gran parte successo nel rallentare la diffusione della malattia.