Storia

Le tappe fondamentali del disastro di Chernobyl

La Control Room del Reattore Numero 4. Fonte: Pripyat-City.ru

E pensare che tutto è cominciato con un test di sicurezza, in programma per il 26 aprile 1986, presso la centrale nucleare di Chernobyl. Il direttore della centrale ritenne questo test così banale che non si è nemmeno preso la briga di presentarsi all’impianto. Tuttavia, la situazione presto andò fuori controllo. Un imprevisto aumento di potenza e l’accumulo di vapore hanno provocato una serie di esplosioni che hanno infine causato l’esplosione del reattore.

Quanto accaduto quella notte è considerato il peggior incidente nucleare della storia. Il disastro di Chernobyl ha ucciso direttamente 31 persone, tra cui 28 operatori e vigili del fuoco che sono morti per avvelenamento da radiazioni acute. Gli esperti ritengono l’esplosione abbia causato anche migliaia di morti per cancro, sebbene il numero esatto è ancora oggi incerto. L’area intorno alla centrale rimane anche dopo molti anni ancora così contaminata da essere ufficialmente interdetta ad ogni insediamento umano.

Ma vediamo nel dettaglio cosa è accaduto quel fatidico 26 aprile 1986

1 – 26 settembre 1977

La centrale nucleare di Chernobyl, situata a circa 100 Km a nord di Kiev, in Ucraina (allora parte dell’Unione Sovietica), inizia a produrre energia elettrica.

2 – Febbraio 1986

Un funzionario sovietico che afferma che «Le probabilità di un incidente nucleare sono una ogni 10.000 anni». La centrale di Chernobyl ha quattro reattori da 1.000 megawatt e altri due sono in costruzione.

3 – 25 aprile 1986, ora locale 01:00

Gli operatori nella centrale di Chernobyl cominciano a ridurre la potenza del reattore n. 4 in preparazione per un test di sicurezza, programmato in coincidenza di un arresto di routine per effettuare manutenzione all’impianto. Il test serve a determinare se, in caso di mancanza di corrente elettrica, le turbine che per inerzia girano ancora nell’impianto possano produrre ancora abbastanza elettricità per mantenere in funzione le pompe del refrigerante (necessario a prevenire esplosioni) nel breve intervallo che intercorre prima che i generatori di emergenza entrino in funzione. Ironia della sorte, questo test di sicurezza determinerà la distruzione del reattore.

4 – 25 aprile 1986, ora locale 14:00

Gli operatori disabilitano il sistema di raffreddamento di emergenza del nucleo del reattore n. 4, per impedire possa interferire con il test. Sebbene non sia questa la causa principale dell’incidente, influisce negli eventi. Allo stesso tempo, il test e lo spegnimento vengono temporaneamente ritardati per soddisfare le esigenze energetiche della regione.

5 – 25 aprile 1986, ora locale 23:10

Gli operatori ricevono finalmente l’autorizzazione per continuare con il test e proseguire con lo spegnimento. Tuttavia, il turno notturno che deve ora effettuare il test è meno preparato all’operazione, rispetto al turno precedente. Si presume che non abbiano mai ricevuto istruzioni adeguate su come eseguire il test.

6 – 25 aprile 1986, ora locale 23:10

26 aprile 1986, 12:28: la potenza precipita molto al di sotto del livello al quale il reattore è considerato stabile. Gli operatori rispondono rimuovendo la maggior parte delle aste di controllo in violazione delle linee guida di sicurezza dell’impianto, eppure hanno ancora problemi ad aumentare la potenza, in parte a causa dell’accumulo di xeno nel nucleo.

7 – 26 aprile 1986, ora locale 01:00

La potenza si stabilizza, sebbene a un livello inferiore a quella prevista. I supervisori dell’impianto ordinano che il test continui comunque. Il sistema di spegnimento automatico di emergenza e altre funzioni di sicurezza vengono quindi disattivati.

8 – 26 aprile 1986, ora locale 01:23 e 4 secondi

il test inizia ma si verifica un inaspettato aumento di potenza.

9 – 26 aprile 1986, ora locale 01:23 e 40 secondi

Un operatore preme il pulsante di arresto di emergenza, ma le barre di controllo (che servono a ridurre la potenza del reattore) si inceppano mentre rientrano nel nucleo.

10 – 26 aprile 1986, ora locale 01:23 e 58 secondi

Si verifica la prima esplosione, che sarà seguita rapidamente da almeno un’altra. Il tetto del reattore, che pesa 1.000 tonnellate salta come il tappo di una bottiglia e spara una palla di fuoco nel cielo notturno. Nell’impianto si verifica un blackout e l’aria si riempie di polvere e pezzi di grafite. Il livello di radiazioni schizza verso l’alto, fuori controllo. Le pareti e le attrezzature crollano e scoppiano decine di incend. Nonostante tutte le prove indicassero il contrario, l’ingegnere nucleare incaricato del test insiste sul fatto che il reattore n. 4 sia ancora intatto. In seguito morirà per avvelenamento da radiazioni.

11 – 26 aprile 1986, ora locale 01:28

I primi pompieri arrivano sulla scena. Non sono a conoscenza delle radiazioni e di conseguenza non indossano indumenti protettivi.

12 – 26 aprile 1986, ora locale 02:15

I funzionari sovietici locali convocano una riunione di emergenza in cui decidono di impedire alle auto di uscire o entrare a Pripyat, una città vicina costruita per ospitare i lavoratori di Chernobyl. Anche gli agenti di polizia che assistono al blocco stradale non sono a conoscenza delle radiazioni e non indossano indumenti protettivi.

13 – 26 aprile 1986, ora locale 05:00

Gli operatori della centrale spengono il reattore n. 3, che sarà seguito la mattina successiva dai reattori nn. 1 e 2. Saranno riavviati qualche mese dopo.

14 – 26 aprile 1986, ora locale 06:35

A quest’ora, tutti gli incendi sono stati estinti, tranne quello nel nocciolo del reattore, che brucerà per giorni.

15 – 26 aprile 1986, ora locale 10:00

Gli elicotteri iniziano a scaricare sabbia, argilla, boro, piombo e dolomite nel nocciolo in fiamme nel tentativo di rallentare le emissioni radioattive.

16 – 27 aprile 1986, ora locale 14:00

Dopo aver nascosto ai residenti la verità sul disastro per circa 36 ore, i funzionari sovietici iniziano finalmente a evacuare circa 115.000 persone da Pripyat, così come nelle città e nei villaggi vicini. Ai residenti viene detto che sarà “solo questione di giorni” e che dovranno portare con loro solo documenti e oggetti vitali, oltre ad un po’ di cibo. Poco dopo, tuttavia, viene istituita una zona di esclusione attorno alla centrale che impedirà loro di tornare a casa.

17 – 28 aprile 1986

Centraline svedesi rilevano una grande quantità di radiazioni nell’atmosfera che sembrano provenire dall’URSS. Funzionari sovietici ammettono che c’è stato un incidente, ma dichiarano che la situazione è sotto controllo. Era una bugia.

18 – 29 aprile 1986

Foto spia satellitari forniscono ai funzionari statunitensi la prima occhiata alla devastazione provocata dal disastro di Chernobyl.

19 – 1 maggio 1986

Funzionari sovietici si rifiutano di annullare le festività del Primo Maggio a Kiev, anche se le radiazioni continuano a diffondersi nell’atmosfera.

20 – 4 maggio 1986

Azoto liquido viene pompato sotto il reattore esploso nel tentativo di raffreddarlo. Altri aspetti della bonifica impiegano fino a 800.000 lavoratori. I lavori includono la demolizione di villaggi contaminati, la l’uccisione di animali domestici e bestiame contaminato.

21 – 6 maggio 1986

Le emissioni radioattive diminuiscono drasticamente, probabilmente perché il fuoco nel nocciolo si è finalmente spento. Nel frattempo, i funzionari sovietici chiudono le scuole a Kiev, consigliano ai residenti di rimanere all’interno delle proprie abitazioni e di non mangiare verdure.

22 – 6 maggio 1986

Gli operai finiscono di drenare circa 20.000 tonnellate di acqua radioattiva dallo scantinato posto sotto il nucleo. Il rischio di inquinamento dei terreni è ridotto.

23 – 9 maggio 1986

Comincia la colata di cemento sotto il reattore, che viene successivamente rinchiuso in un’enorme struttura in cemento e metallo nota come sarcofago.

24 – 14 maggio 1986

Il leader sovietico Mikhail Gorbachev parla pubblicamente dell’incidente per la prima volta, dicendo alla televisione di stato che “il peggio è ormai alle spalle”.

25 – Dal 25 al 29 agosto

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ospita una conferenza in cui gli scienziati danno la colpa dell’incidente non solo all’errore umano e ad una scadente “cultura della sicurezza“, ma anche ai difetti di progettazione dei reattori sovietici.

26 – 15 Dicembre 2000

L’Unità 3, l’ultimo reattore funzionante a Chernobyl, viene spento. Le unità 1 e 2 erano state chiuse rispettivamente nel 1996 e nel 1991.

27 – Aprile 2006

Gorbachev scrive che il disastro di Chernobyl, “anche più della mia perestrojka, è stata forse la vera causa del crollo dell’Unione Sovietica”.