Sebbene non sia una bevanda indicata se soffri di pressione alta, il tuo caffè sarà molto utile a fermare la deforestazione. I chicchi di caffè, che poi si macinano per la bevanda, non nascono sotto forma di chicchi, ma come le “ciliegie” del caffè. I preziosi chicchi si nascondono infatti all’interno della buccia e della polpa di queste particolari ciliegie. Le ciliegie del caffè passano attraverso una macchina che ne estrae il nocciolo all’interno, separandolo dal materiale di scarto: la polpa. Si è recentemente scoperto che questa polpa di caffè, questo scarto, può avere il miracoloso effetto di ripristinare le foreste tropicali e di fermare quindi la deforestazione.
La Ricerca
I ricercatori dell’ETH di Zurigo e dell’Università delle Hawaii hanno scoperto che questi scarti della produzione di caffè sono un fantastico agente di crescita dopo averli testati su un arido terreno agricolo in Costa Rica.
«I risultati sono straordinari», riferisce l’autrice principale dello studio Rebecca Cole. «L’area trattata con uno spesso strato di polpa di caffè si è trasformata in una piccola foresta in soli due anni, mentre l’area un area di controllo, non trattata con polpa di caffè, è rimasta dominata da erbe da pascolo».
I ricercatori hanno scaricato 30 autocarri pieni di polpa di caffè in un’area di 1400 metri quadraati presso la Reserva Biológica Sabalito nella contea di Coto Brus in Costa Rica. Il terreno, che in precedenza era adibito a piantagione di caffè, era in fase di rimboschimento.
A partire dagli anni ’50, la Costa Rica ha subito una rapida deforestazione per far spazio alle coltivazioni del caffè e all’agricoltura. Queste attività hanno portato ad una rapida diminuzione della copertura forestale della Costa Rica, che nel 2014 era scesa del 25%.
Prima di iniziare il test, distribuendo sul campo la polpa di caffè in uno strato spesso mezzo metro, i ricercatori hanno misurato i nutrienti nel terreno. Hanno anche catalogato le specie che vivono nelle vicinanze e hanno preso nota delle dimensioni degli steli legnosi presenti. Infine, per calcolarne l’impatto visivo, la foresta è stata filmata da droni.
Rimboschimento in un batter d’occhio
Alla fine del test, durato due anni, nell’area di controllo la foresta era ricresciuta coprendo poco oltre il 20% della sua area. Al contrario, l’80% della sezione trattata con polpa di caffè era coperta da alberi e questi alberi erano quattro volte più alti di quelli dell’area non trattata.
I ricercatori hanno analizzato nuovamente i nutrienti presenti nel suolo e hanno trovato livelli significativamente elevati di carbonio, azoto e fosforo, ossia tutti i nutrienti vitali per l’agricoltura. Solo il potassio, anch’esso importante per la crescita, era più basso nell’area trattata con polpa del caffè rispetto alla sezione di controllo.
I ricercatori hanno anche scoperto che la polpa di caffè eliminava erbe invasive adatte ai pascoli, ma che che inibiscono il rimboschimento. La loro mancata crescita ha facilitato il riemergere di specie arboree i cui semi sono stati introdotti sul terreno dal vento o dagli animali.
Una Scoperta Importante
Secondo Cole, «Questo studio suggerisce che i sottoprodotti dell’agricoltura possono essere utilizzati per accelerare il recupero delle foreste su terre tropicali degradate.
In situazioni in cui lo smaltimento di questi sottoprodotti rappresenta un costo per le industrie agricole, utilizzarli per il rimboschimento globale rappresenterebbe una soluzione ideale per tutti gli attori coinvolti»
Per quanto promettente possa essere la polpa di caffè, Cole avverte: «Abbiamo condotto lo studio in un solo grande sito. Sono quindi necessari ulteriori test per verificare se questa strategia funziona in una gamma più ampia di condizioni.
Le misurazioni a nostra disposizione durano solo dei due anni. Un monitoraggio a più lungo termine mostrerebbe come la polpa di caffè può influenzare il suolo e la vegetazione nel tempo. Ulteriori test possono anche valutare se ci sono effetti indesiderati dall’applicazione della polpa di caffè».
«Inoltre», osserva Cole, «L’esperimento è stato condotto su un terreno pianeggiante e l’accesso al campo dei camion trasportatori è stato abbastanza semplice. Vorremmo ampliare lo studio testando questo metodo anche su una varietà di siti scoscesi».
Un altro prodotto di scarto molto promettente, per combattere e fermare la deforestazione, sempre secondo la Dottoressa Cole, è la buccia delle arance.