Scienza & Natura

Equinozio del 20 marzo 2020: Ci siamo!

Adios, inverno. La primavera è quasi arrivata, almeno per noi che ci troviamo sopra l’equatore. In questa importante occasione, il sole si posizionerà direttamente sopra l’equatore, cosa che accade solo due volte l’anno.

Sebbene non ci sia nulla di ufficiale in questa dichiarazione, è prassi affermare che l’equinozio di marzo o di primavera segna l’inizio della primavera nell’emisfero settentrionale e dell’autunno nell’emisfero meridionale.

Come in tutti gli equinozi, ci sarà il passaggio del sole sull’equatore celeste da sud a nord. Qui in Italia, l’equinozio è previsto precisamente alle 4.50 (del mattino) del 20 marzo 2020.

Nell’emisfero nord le giornate si allungano, il vento si fa tiepido e le piante cominciano a germogliare. Di contro, nell’emisfero sud arriva la stagione opposta con le sue giornate corte, i venti più freddi, e le foglie secche che cadono dagli alberi.

Gli equinozi e i solstizi sono causati dall’inclinazione della Terra sul suo asse e dal suo incessante movimento in orbita attorno al sole.

Si può immaginare l’equatore celeste come un grande cerchio che divide il cielo terrestre in emisferi nord e sud. L’equatore celeste è posto direttamente sopra l’equatore terrestre. Il 20 marzo, il sole attraverserà l’equatore celeste, per entrare nell’emisfero settentrionale del cielo.

Poiché la Terra non orbita in posizione verticale, ma è invece inclinata sul suo asse di 23 gradi e mezzo, gli emisferi nord e sud della Terra riceveranno più o meno luce e calore dal sole a seconda della posizione della terra. In un anno si verificano due equinozi, uno in primavera e uno in autunno. Con l’equinozio, l’inclinazione dell’asse e l’orbita terrestre attorno al sole si combinano tra loro in modo tale entrambi gli emisferi ricevano la stessa quantità di luce e calore.

Il sole sull’equatore celeste

L’arco che durante il giorno il sole compie nel cielo si sposta verso nord. In risposta a questo cambiamento anche gli uccelli e le farfalle cominciano a seguire il sole, migrando verso nord.

Equinozio = “Notte Uguale”

Si dice che all’equinozio, notte e giorno abbiano la stessa durata. In effetti, la parola equinozio deriva dal latino aequus (uguale) e nox (notte). Per i nostri antenati, il cui cronometraggio era meno preciso del nostro, probabilmente sembravano uguali, ma oggi sappiamo che non è esattamente così.

Alla data di un equinozio, il giorno e la notte hanno lunghezze simili, ma non del tutto uguali. In realtà, il giorno durerà qualche minuto in più rispetto alla notte.

Gli scienziati: «Non è il primo giorno di primavera»

Per tradizione, l’equinozio di marzo viene celebrato come il primo giorno di primavera nell’emisfero settentrionale (e il primo giorno di autunno nell’emisfero meridionale). Ma per gli scienziati non è così.

Gli astronomi definiscono le stagioni sulla base della posizione della terra intorno al sole. Secondo il calendario astronomico, la primavera e l’autunno iniziano entrambi con un equinozio. Al contrario, l’estate e l’inverno iniziano con un solstizio. Gli scienziati del clima però, non definiscono le stagioni in questo modo. Usano un calendario diverso, noto come “calendario meteorologico”. Su di esso, l’anno è diviso in quattro stagioni della durata di tre mesi ciascuna, con la primavera che inizia il 1 marzo e che dura fino ad aprile e maggio. Gli scienziati del clima basano il loro calendario sul ciclo della temperatura piuttosto che sulla posizione astronomica del sole: è più facile calcolare statistiche e tendenze previsionali usando mesi interi e le stesse date ogni anno.

Che differenza c’è tra EQUINOZIO SOLSTIZIO?

Gli equinozi sono i momenti dell’anno quando la lunghezza del giorno e della notte sono in sostanza uguali in tutti i punti del pianeta. I due solstizi, solstizio d’estate e solstizio d’inverno, indicano il giorno in cui sia l’emisfero nord che quello sud della Terra ricevono rispettivamente il massimo o il massimo irraggiamento solare nel corso dell’anno.

Le oscillazioni dell’asse terrestre influenzano i futuri equinozi

Come una trottola, il nostro pianeta natale oscilla leggermente sul suo asse. Oggi l’asse punta verso la famosa “stella polare”, Polaris. Ma tra 12.000 anni, si allontanerà da Polaris e si concentrerà su una stella diversa: Vega. L’intero ciclo si ripeterà quindi nel corso di 26.000 anni.

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