Il fondatore di Microsoft Bill Gates non può che essere un uomo ricco. Ma parte di tale ricchezza è stata investita in organizzazioni e iniziative di beneficenza attraverso la Bill and Melinda Gates Foundation.
Obiettivo primario di questa fondazione, e della filantropia di Gates in generale, garantire un adeguato livello della sanità, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Tramite queste organizzazioni, finanzia anche la ricerca di soluzioni tecnologiche ai problemi di salute pubblica nelle comunità più povere di tutto il mondo.
Sin dal 2015, Bill Gates ha suonato diversi campanelli d’allarme a riguardo di una catastrofica mancanza di preparazione del mondo nel caso fosse arrivata una pandemia.
Proprio per la sua posizione in difesa dei vaccini, Gates è stato uno dei principali bersagli del dei vari movimenti anti-vaccino per oltre un decennio. False affermazioni sono tornate in voga con prepotenza durante questa pandemia di COVID-19.
Bill Gates è accusato di sfruttare la pandemia COVID-19 come pretesto per imporre un vaccino con microchip in grado di rintracciarti insieme al resto della popolazione mondiale.
Come stanno i fatti
Da un punto di vista fattuale, Gates non ha mai proposto o finanziato ricerche sullo sviluppo di un vaccino – ne per il COVID-19, ne per qualsiasi altra cosa – che includesse anche l’impianto di un dispositivo in grado di tracciare attivamente la tua posizione, o di monitorare qualsiasi cosa tu stia facendo.
La Bill and Melinda Gates Foundation ha finanziato uno studio pilota condotto dai ricercatori del MIT e della Rice University su un potenziale dispositivo invisibile per tenere traccia dei vaccini effettuati che uno smartphone avrebbe potuto leggere.
Questo studio era teorico, la tecnologia descritta era passiva (poteva essere soltanto letta da un altro dispositivo, ma non poteva “prendere iniziative” come inviare la posizione a qualcuno o qualcosa) e il dispositivo non era comunque in grado di tracciare o monitorare alcunché.
Tuttavia, gran parte delle false informazioni deriva da una cattiva interpretazione (in buona o cattiva fede) di un altro progetto di Bill Gates. Quello della “identità digitale“.
L’idea di Gates è piuttosto semplice. L’identità digitale (o decentralizzata) implicherebbe una sorta di archivio basata su un cloud, di documenti medici e / o di identificazione personale accessibili solo con il consenso del proprietario ma disponibili ovunque nel mondo.
Insomma, nulla a che vedere con una sorta di Grande Fratello messo in piedi con la necessità di vaccinare la quasi totalità della popolazione mondiale per il Covid-19. Bill Gates non sta utilizzando il Covid-19 come un “cavallo di troia” per renderci tutti dei meri numeri seriali.
Cosa ha detto davvero Bill Gates in merito al Covid-19?
Avendo spesso finanziato la ricerca su vaccini e pandemie, è ovvio che Gates abbia fatto diverse dichiarazioni pubbliche sull’attuale crisi.
In generale, queste dichiarazioni rigurdano l’impegno di Gates nella ricerca e nello sviluppo di trattamenti e vaccini per il COVID-19. Spesso l’ex Microsoft ha parlato della necessità di un metodo su scala globale per identificare rapidamente le persone guarite dal COVID-19 o che si sono vaccinate contro di esso. Secondo Bill Gates sarebbe un mezzo per riavviare l’economia globale. Ad esempio, in un’intervista a Chris Anderson, Gates ha affermato di ritenere che una sorta di “certificato di immunità” sarà fondamentale per riaprire l’economia globale:
«Alla fine dovremo avere i certificati per dimostrare di essere guariti, o di essere vaccinati. Le persone si spostano in tutto il mondo e in alcuni paesi sarà difficile effettuare controlli. Purtroppo. Non si può bloccare le persone sane impedendogli di viaggiare. Una sorta di immunità digitale aiuterebbe a facilitare la riapertura globale.»
In una discussione sul social Reddit del marzo 2020, dove Gates era disponibile per rispondere alle domande degli utenti ha scritto:
“I test negli Stati Uniti non sono ancora ben organizzati. Nelle prossime settimane spero che il governo risolva questo problema con un sito Web su cui potersi informare di come effettuare test a casa o in apposite strutture. Le cose sono un po’ confuse in questo momento. A Seattle, l’Università di Washington, sta fornendo migliaia di test al giorno ma nessuno è collegato a un sistema di localizzazione nazionale. Ogni volta che c’è un test positivo, dovrebbe essere segnalato per capire dove si trova la malattia e se eventualmente ci sia bisogno di rafforzare il distanziamento sociale.”
La Corea Del Sud? “Ben fatto”
Gates ha elogiato le misure di sorveglianza adottate dalla Corea del Sud come modello per la preparazione ad una futura pandemia.
La Corea del Sud ha infatti avuto un notevole successo nel limitare i decessi per COVID-19 grazie in gran parte ad un’aggressiva “tracciabilità dei contatti” descritta in un rapporto datato aprile 2020 del Brookings Institute:
“La Corea del Sud è stata efficiente nel rintracciare le persone che potrebbero essere venute in contatto con coloro che sono risultati positivi per COVID-19. Quasi tutti i cittadini sudcoreani hanno gli smartphone e usano le carte di credito, quindi quando qualcuno risulta positivo, il governo può rintracciare dove sono stati, a che ora e quale mezzo di trasporto hanno usato. Con questi dati, il governo può rintracciare la popolazione potenzialmente infetta, usando le telecamere di sorveglianza per identificare, quando necessario, potenziali contatti. A coloro che sono in stretto contatto con gli infetti, viene chiesto di sottoporsi al test, mentre ai contatti indiretti viene ordinato di auto-mettersi in quarantena per quattordici giorni. Si tratta di processo arduo, ma il governo sudcoreano è stato in grado di rintracciare e contattare persone potenzialmente infette”.
Come ti “Microchippo” grazie al vaccino
La teoria secondo cui Bill Gates vuole usare un vaccino per tracciare le persone si basa su queste affermazioni ma risulta errata per almeno due motivi.
In primo luogo, nulla di quanto sostenuto da Gates richiede l’iniezione nel corpo di un dispositivo di localizzazione. Al contrario, queste tecnologie teoriche si baserebbero su una combinazione tra identificazione biometrica, crittografia e archiviazione dei dati in un cloud.
In secondo luogo, come dimostrato dalla Corea del Sud, impiantare dispositivi di localizzazione tramite vaccini sarebbe probabilmente una inutile perdita di tempo, dato che la maggior parte dell’umanità è già costantemente connessa a uno smartphone abilitato al GPS.
Tatuaggi “a punti quantici” nei vaccini
L’unico interesse di Bill Gates a qualcosa che potrebbe somigliare ad un microchip è una ricerca della sua fondazione, pubblicato su Science Translational Medicine a dicembre 2019, che “ha sviluppato micro-aghi dissolvibili” che emettono micro-particelle di luce infrarossa. Se esposte a determinate frequenze di luce possono identificare lo stato di immunizzazione dei bambini. In diversi paesi in via di sviluppo, secondo gli autori dello studio, la mancanza di dati affidabili sullo stato di immunizzazione, può influire sulla qualità delle cure fornite.
Lo studio – che non è stato condotto sugli esseri umani – non consisteva nell’impianto di un “microchip”. Si è trattato di utilizzare per il vaccino qualcosa chiamato punto quantico.
Questi punti sono essenzialmente particelle di dimensioni molecolari progettate per avere strutture uniche che reagiscono alla luce situata nello spettro del vicino infrarosso. In questa maniera, queste strutture potrebbero essere lette da un dispositivo smartphone e quindi conoscere quali vaccini sono stati effettuati sul soggetto in quetione.
È fisicamente impossibile impiantare un dispositivo altrettanto piccolo capace di trasmettere a terze parti un segnale contenente la propria posizione.
Identità Digitale e ID-2020
ID2020 è un’organizzazione non governativa senza scopo di lucro che sostiene il progetto delle identità digitali.
ID2020 sostiene e finanzia per progetti volti a sviluppare programmi di identità digitale di alta qualità, utilizzabili in larga scala e che proteggono la privacy dell’utente.
Molti dei progetti finanziati da ID2020 hanno trovato l’opposizione di attivisti no-vax pronti a difendere “i poveri e i vulnerabili usati come cavie scientifiche” per testare l’impianto di un dispositivo che viola la loro privacy.
Al di fuori del fatto che nessuno di questi progetti contempla l’installazione di nessun microchip, la nobile premessa filosofica di tali affermazioni è poi tutto il contrario di quello che ID2020 cerca di realizzare.
I tuoi documenti sempre e dovunque
L’obiettivo di ID2020, per quanto arduo, è sviluppare un sistema in cui l’individuo ha il pieno controllo della sua identificazione personale e della sua documentazione sanitaria.
Il prodotto finale sarebbe un sistema che consente di accedere alle proprie informazioni, ai propri documenti sempre ed in qualsiasi parte del mondo, ma solo con il consenso del soggetto. Il manifesto di ID2020 è chiaro:
Oltre 1 miliardo di persone in tutto il mondo non è in grado di dimostrare la propria identità con alcun mezzo riconosciuto. In quanto tali, sono privi della protezione della legge e non sono in grado di accedere ai servizi di base, partecipare come cittadini o elettori o effettuare transazioni nell’economia moderna. […] Riteniamo che le persone debbano avere il controllo sulle proprie identità digitali, incluso il modo in cui i dati personali vengono raccolti, utilizzati e condivisi. Tutti dovrebbero poter affermare la propria identità oltre i confini istituzionali e nazionali e nel tempo. La privacy, la portabilità e la persistenza sono necessarie affinché l’identità digitale possa potenziare e proteggere significativamente le persone.
Un progetto pilota finanziato da ID2020 è MyPass. MyPass ha lo scopo di fornire fornire l’identificazione digitale alla popolazione dei senzatetto di Austin, in Texas.
Il progetto, ancora nella fase di progettazione, cerca di creare un “archivio” online per i documenti di identificazione e documenti sanitari basato su un cloud. Nelle prime versioni della sperimentazione si utilizzerà probabilmente una tessera dotata di codice QR che verrà fornita ai soggetti partecipanti. In futuro, tuttavia si pensa ad utilizzare aspetti biometrici quali impronte digitali o scansioni dell’iride.
È importante sottolineare che tutti i partecipanti allo studio si sono offerti volontari. Possono inoltre rinunciare in qualsiasi momento e non hanno ne avranno mai nulla da farsi impiantare nel loro corpo.
Un altro progetto, attualmente attivo in Bangladesh e in Tanzania, mira a testare la fattibilità di legare le impronte digitali dei bambini alle loro identità digitali.
Riassumendo
La tesi secondo cui Gates stia usando il COVID-19 come pretesto per impiantare dispositivi di monitoraggio nell’uomo si basa su una falsa rappresentazione della ricerca che ha finanziato, sui metodi utilizzati da questi progetti e sulla confusione su quello che significa identità digitale.
Se e quando arriverà un vaccino per COVID-19, questo non sarà in grado di tracciare i tuoi movimenti o di riferire alcun dato a nessuna entità. Nessuna delle tecnologie discusse da Gates è in grado di farlo.
Gates è un privato cittadino che non può prendere decisioni politiche o dirigere organizzazioni sanitarie internazionali. Bill Gates è un uomo facoltoso che da oltre un decennio finanzia la ricerca di varie strategie che potrebbero mitigare gli effetti di una prossima ipotetica pandemia.
Le sue idee, sebbene supportate da molti scienziati, non sono legge. Queste sue idee sono state completamente travisate e fuse in una storia falsa che coinvolge un vaccino per il COVID-19 – che non è stato neanche ancora sviluppato – in combinazione un dispositivo a microchip completamente inventato e diverso da qualsiasi cosa in cui Gates sia mai stato coinvolto.
Insomma, l’affermazione che Bill Gates stia progettando di impiantare microchip tramite una vaccinazione per il COVID-19 è falsa.