Chi sta valutando l’acquisto di un’auto elettrica dovrebbe essere a conoscenza di questo elemento, che può ridurre i benefici attesi.
Le auto elettriche stanno guadagnando sempre più popolarità grazie alla loro promessa di ridurre le emissioni di CO2 e i consumi, oltre ad offrire un’esperienza di guida più silenziosa ed efficiente. Molti italiani sono attratti dalla possibilità di risparmiare sui costi del carburante e dalla crescente rete di stazioni di ricarica che rende l’utilizzo di veicoli elettrici più pratico.
Secondo diversi esperti in materia, però, dietro all’apparenza si cela un aspetto economico spesso trascurato, che può rendere questi veicoli meno vantaggiosi di quanto si pensi. Negli ultimi anni, le politiche di incentivazione governativa e l’evoluzione della tecnologia delle batterie stanno contribuendo a rendere le auto elettriche sempre più accessibili.
Questo ha portato a un aumento delle vendite e all’espansione della flotta di veicoli elettrici sulle strade italiane. Ma ci sono costi nascosti che potrebbero sfuggire a chi decide di abbandonare i veicoli tradizionali per passare all’elettrico.
Un costo nascosto con un impatto economico significativo
Uno degli elementi meno considerati, ma che ha un impatto significativo sui costi di gestione di un’auto elettrica, è la presenza delle accise sull’elettricità utilizzata per la ricarica. In Italia, l’elettricità è soggetta ad accise specifiche, una tassa che, pur essendo di modesto valore unitario, si somma al totale della bolletta elettrica.
Per le utenze domestiche residenziali, l’accisa è fissata a 0,0227 euro per kWh consumato, e ciò vale anche per l’energia impiegata per ricaricare le auto elettriche.
Molti proprietari di auto elettriche non sono consapevoli di pagare queste accise, poiché in alcune situazioni la normativa prevede delle esenzioni. Ad esempio, le utenze domestiche residenziali con una potenza impegnata di 3 kW sono esentate dal pagamento dell’accisa sui primi 150 kWh consumati ogni mese.
Chi utilizza un’auto elettrica tende però facilmente a superare questa soglia, incrementando così il costo della bolletta a causa delle accise applicate ai consumi eccedenti.
La redazione del portale di esperti HDMotori.it ha provato a fare una stima dei consumi, che rende evidente l’impossibilità di tenersi al di sotto dei 150 kWh mensili. Un consumo medio di 20 kWh ogni 100 km significa che percorrendo 1.000 km al mese, si aggiungono almeno 200 kWh al consumo energetico domestico.
Di conseguenza, non solo si paga l’accisa sull’energia extra, ma anche l’intero importo eccedente i 150 kWh diventa soggetto a tassazione, aumentando sensibilmente i costi di gestione.
Questa dinamica diventa ancora più evidente nei periodi invernali, quando la produzione di energia fotovoltaica è ridotta, obbligando molti utenti a fare affidamento sulla rete elettrica. Chi non dispone di impianti fotovoltaici o di altre fonti energetiche autonome si troverà quindi a pagare accise su tutti i kWh consumati, compresi quelli destinati alla ricarica dell’auto.